FIDUCIA IN CALO DEGLI ITALIANI NEL SECONDO TRIMESTRE 2018

redazione RMR Journal by Retailtrend.it – In calo la fiducia degli italiani nel secondo trimestre 2018, rispetto al primo trimestre dell’anno in corso (-4 punti rispetto alla media europea di +1). C’è incertezza anche nei consumi, scende la propensione agli acquisti (dal 25% del primo trimestre al 21% del secondo trimestre). Cresce la quota degli italiani (+3 punti) che ritengono che il paese Italia sia ancora in recessione.

Questo quadro emerge dalla Conference Board® Global Consumer Confidence™ Survey condotta su base trimestrale da Nielsen.

 

 

 

Dopo una crescita per 3 trimestri consecutivi nel 2017, l’indice di fiducia degli italiani, continua nel suo percorso negativo, iniziato nel primo trimestre 2018. Tra aprile e giugno, questo indice continua la sua flessione e cala di 4 punti, rispetto al mese precedente e si ferma a quota 62, in linea con le rilevazioni ISTAT e la più generalizzata diminuzione della fiducia a livello mondiale (-2 punti a quota 104), ma in controtendenza rispetto alla stabilità dell’indice di fiducia in Europa (+1 a quota 87). In questo contesto si registrano picchi di crescita nel Regno Unito (+1 a quota 101), Irlanda (+5 a quota 108), Estonia (+7 a quota 88), Slovenia (+8 a quota 87) e Grecia (+6 a quota 67).

Seppure in maniera fisiologica nei periodi pre-elettorali e nelle fasi precedenti la formazione di un nuovo governo, il calo dell’indice di fiducia è collegato alla crescente preoccupazione sul futuro del paese.

“Dall’ultimo aggiornamento della Consumer Confidence Survey – sottolinea Roberto Pedretti, Group President di Nielsen per il Sud Europa – emerge un quadro complesso. La preoccupazione per l’instabilità politica e e il delicato momento dell’economia nazionale, incide sull’atteggiamento del consumatore medio, nel momento in cui deve fare acquisti. Gli effetti del calo di fiducia, infatti iniziano a farsi sentire anche nella scelta del punto di vendita e dei prodotti di largo consumo: le insegne discount chiudono l’anno progressivo, ad agosto 2018 con un trend del +1,8% (fonte Nielsen,LikefourLike, Gennaio-Agosto 2018) rispetto al periodo precedente. Contestualmente, a parità di prodotti rispetto ad altri negozi, i supermercati con un posizionamento di prezzo elevato soffrono di più, chiudendo a -2,6% ( punti di vendita con una superficie tra i 400 e i 2.500 mq con indici di prezzo più alti nella provincia di appartenenza). Due segnali indicativi del recente aumento della sensibilità al prezzo e alle promozioni della popolazione italiana”.

E’ in aumento anche il numero degli italiani, che sono convinti che il paese sia in recessione (81%, +3 punti percentuali) e diminuiscono coloro che erano tranquilli rispetto allo stato delle proprie finanze (27%, -3 punti percentuali) e alle prospettive sull’occupazione (16%, -1 punto percentuale).

Allo stesso tempo calano di 4 punti percentuali coloro che ritengono il momento attuale adatto per fare acquisti (21%, -4 punti percentuali): sicuramente un dato che è un segnale d’allarme, considerato che a settembre le famiglie italiane si trovano solitamente ad affrontare diverse spese, comprese quelle di necessità scolastica e universitaria.

Rimane pressochè stabile (56%, -1 punto percentuale) la quota di italiani che adotta misure per il risparmio, in particolare diminuendo i pasti fuori casa (59%, +3 punti percentuali), l’intrattenimento fuori casa (57%, +3 punti percentuali), l’acquisto di abbigliamento e accessori (56%, +4 punti percentuali) e scegliendo nella spesa alimentare marchi più economici (50%, +3 punti percentuali). In crescita, anche gli italiani, che riducono le spese per le vacanze con soggiorni brevi (44%, +4 punti percentuali).

Calano, anche coloro che rinviano la sostituzione di oggetti importanti per la casa (35%, -5 punti percentuali), risparmiano su luce e gas (39%, -4 punti percentuali), fanno un uso più limitato dell’automobile (35%, -2 punti percentuali), risparmiano sui costi di telefonia fissa e mobile (23%, -9 punti percentuali), rinvino l’acquisto di nuovi pc o cellulari (33%, -5 punti percentuali).

Diminuiscono le persone che dichiarano di mettere da parte i soldi rimanenti, una volta coperte le spese essenziali (44% rispetto al 48% del trimestre precedente), mentre aumenta il numero degli italiani che dichiara di non avere denaro sopo gli acquisti di prima necessità (17%, +2 punti percentuali).

In crescita comunque la spesa in viaggi (40% +3 punti percentuali). Mentre rimane stabile la quota di chi compra articoli di abbigliamento (43%) e acquista nuovi prodotti tecnologici (22%). In calo anche la quota di coloro che destinano parte del denaro per saldare debiti (15%, -2 punti percentuali).

Il lavoro, rimane una delle principali preoccupazioni per la popolazione italiana. E’ in calo di 2 punti percentuali (viene indicato come prima causa di apprensione dal 16% del campione intervistato), mentre cresce il timore relativo all’attuale andamento dell’economia nazionale (14%, +3 punti percentuali) e alla stabilità politica del nostro paese (13%, +7 punti percentuali).

Sono in calo le apprensioni relative a salute (6%), immigrazione (6%) e criminalità (5%), mentre cresce, anche se in modo lieve, la paura del terrorismo (6%, + 1 punto percentuale). La preoccupazione per il proprio equilibrio tra vita personale e quella professionale, si attesta al 4%, mentre per i debiti da saldare al 7%, per gli aumenti dei costi delle utenze il 5% e infine per l’istruzione e il benessere dei propri figli, il 4%.